Alberto Cortez (Rancul, provincia de La Pampa, 11 de marzo de 1940), es un compositor y cantante argentino. Es uno de los más destacados autores contemporáneos, dada la calidad y la cantidad de sus creaciones. Desgarrado, intenso y de una belleza poética excepcional. Gran amigo de Facundo Cabral, con el que se presenta en ciertas ocasiones, cantando obras como "No soy de aquí ni soy de allá" y "Cuando un amigo se va". Algunas de sus obras más conocidas son:"Mariana","Callejero","Mi árbol y yo","Que maravilla Goyo","Juan Golondrina","El vagabundo","No soy de aquí ni soy de allá","Cuando un amigo se va". Muchas de sus canciones son basadas en hechos y personajes reales o simplemente en sentimientos y adversidades a lo largo de su vida.
Filomena Moretti (nacida en Sassari, 1973) es una guitarrista clásica italiana. Ha ganado numerosos premios, recorrió Italia y otros países europeos y ha interpretado compositores como Antonio Vivaldi, Francisco Tárrega, Joaquín Rodrigo y otros.
Su verdadero nombre es Renato Fiacchini (Zero es por su tipo de sangre 0-) y es otro destacado cantante, actor, compositor, coreógrafo y ambiguo showman italiano. A finales de los años 60 trabajó estrechamente con Mia Martini, Loredana y Rita Pavone. También fue parte importante de la versión italiana del musical ‘Hair’. Debuta oficialmente en el mundo del disco en 1973 (anteriormente había editado algún single, pero sin ninguna repercusión), con su álbum en vivo ‘No! Mamma No!’ donde aparece como un personaje provocativo y alternativo, enarbolando, con extraña vestimenta, rebuscados maquillajes y cuidadas puestas en escena, la bandera vanguardista de la música italiana. Un año más tarde edita ‘Invenzioni’ con sonidos distintos a los que se escuchaban por aquel entonces con canciones como ‘Qualcuno mi renda l’anima’ o ‘Depresso’.
PARIFERIA
C’è chi fin là
Non giunge mai:
e li muore il mondo…
E la città
Oltre non va…
Dove anche un cielo è di fango…
Figli ce n’è,
ce n’è anche qui,
tutti una faccia ed un nome…
Figli del mai.,
piccoli eroi,
in guerra per un sorriso!
Sporchi stracci senza sorte…
Morte dove sei?
Tanto non lasci eredi,
sei figlio della strada ormai.
Un giorno poi
Ti sveglierà
La strana voglia di andare
Dietro quel sole
Affinché scaldi anche te
E asciughi in fretta il dolore.
Periferia,
dove vivere è un terno alla lotteria…
dove un miracolo è un pane in più,
un giorno in più,
che strappi tu!
Periferia…
È casa mia!…
Qui tutto fa colore
Rifiuti e povertà…
Qui non è mai Natale,
la noia qui non ha pietà!
Sporchi stracci senza sorte…
Morte dove sei?
In periferia…
È li che ho lasciato
un po’ di questa vita mia!
Periferia:
e casa mia
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NEI GIARDINI CHE NESSUNO SA
Senti quella pelle ruvida Un gran freddo dentro l'anima Fa fatica anche una lascima a scendere giù Troppe attese dietro l'angolo Gioie che non ti appartengono Questo tempo inconciliabile gioca contro di te
Ecco come si finisce poi Inchiodati a una finestra noi Spettatori malinconici di felicità impossibili Tanti viaggi rimandati e già Valigie vuote da un'eternità Quel dolore che non sai cos'è Solo lui non ti abbandonerà... mai, oh mai
È un rifugio quel malessere Troppa fretta in quel tuo crescere Non si fanno più miracoli Adesso non più
Non dar retta a quelle bambole Non toccare quelle pillole Quella suora ha un bel carattere Ci sa fare con le anime
Ti darei gli occhi miei per vedere ciò che non vedi L'energia, l'allegria per strapparti ancora sorrisi Dirti sì, sempre sì e riuscire a farti volare Dove vuoi, dove sai senza più quel peso sul cuore Nasconderti le nuove, quell'inverno che ti fa male Curarti le ferite e poi qualche dente in più per mangiare E poi vederti ridere e poi vederti correre ancora Dimentica, c'è chi dimentica distrattamente un fiore una domanica E poi silenzi E poi silenzi Silenzi
Nei giardini che nessuno sa si respira l'inutilità C'è rispetto grande pulizia, è quasi follia Non sai com'è bello stringerti Ritrovarsi qui a difenderti E vestirti e pettinarti sì e sussurrarti non arrenderti Nei giardini che nessuno sa quanta vita si trascina qua Solo acciacchi piccole anemie, siamo niente senza fantasie
Sorreggili, aiutali, ti prego non lasciarli cadere Esili, fragili non negargli un po' del tuo amore Stelle che ora tacciono, ma daranno un senso al quel cielo Gli uomini non brillano se non sono stelle anche loro
Mani che ora tremano perché il vento soffia più forte Non lasciarli adesso no, che non li sorprenda la morte
Siamo noi gli inabili che pur avendo a volte non diamo Dimentica, c'è chi dimentica distrattamente un fiore una domanica E poi silenzi E poi silenzi Silenzi