domingo, 15 de noviembre de 2009

Alberto Cortez


Alberto Cortez (Rancul, provincia de La Pampa, 11 de marzo de 1940), es un compositor y cantante argentino. Es uno de los más destacados autores contemporáneos, dada la calidad y la cantidad de sus creaciones. Desgarrado, intenso y de una belleza poética excepcional.
Gran amigo de Facundo Cabral, con el que se presenta en ciertas ocasiones, cantando obras como "No soy de aquí ni soy de allá" y "Cuando un amigo se va".
Algunas de sus obras más conocidas son:"Mariana","Callejero","Mi árbol y yo","Que maravilla Goyo","Juan Golondrina","El vagabundo","No soy de aquí ni soy de allá","Cuando un amigo se va".
Muchas de sus canciones son basadas en hechos y personajes reales o simplemente en sentimientos y adversidades a lo largo de su vida.






sábado, 14 de noviembre de 2009

Filomena Moretti


Filomena Moretti (nacida en Sassari, 1973) es una guitarrista clásica italiana. Ha ganado numerosos premios, recorrió Italia y otros países europeos y ha interpretado compositores como Antonio Vivaldi, Francisco Tárrega, Joaquín Rodrigo y otros.





















jueves, 12 de noviembre de 2009

Renato Zero


Su verdadero nombre es Renato Fiacchini (Zero es por su tipo de sangre 0-) y es otro destacado cantante, actor, compositor, coreógrafo y ambiguo showman italiano. A finales de los años 60 trabajó estrechamente con Mia Martini, Loredana y Rita Pavone. También fue parte importante de la versión italiana del musical ‘Hair’.
Debuta oficialmente en el mundo del disco en 1973 (anteriormente había editado algún single, pero sin ninguna repercusión), con su álbum en vivo ‘No! Mamma No!’ donde aparece como un personaje provocativo y alternativo, enarbolando, con extraña vestimenta, rebuscados maquillajes y cuidadas puestas en escena, la bandera vanguardista de la música italiana. Un año más tarde edita ‘Invenzioni’ con sonidos distintos a los que se escuchaban por aquel entonces con canciones como ‘Qualcuno mi renda l’anima’ o ‘Depresso’.








PARIFERIA

C’è chi fin là
Non giunge mai:
e li muore il mondo…
E la città
Oltre non va…
Dove anche un cielo è di fango…
Figli ce n’è,
ce n’è anche qui,
tutti una faccia ed un nome…
Figli del mai.,
piccoli eroi,
in guerra per un sorriso!
Sporchi stracci senza sorte…
Morte dove sei?
Tanto non lasci eredi,
sei figlio della strada ormai.
Un giorno poi
Ti sveglierà
La strana voglia di andare
Dietro quel sole
Affinché scaldi anche te
E asciughi in fretta il dolore.
Periferia,
dove vivere è un terno alla lotteria…
dove un miracolo è un pane in più,
un giorno in più,
che strappi tu!
Periferia…
È casa mia!…
Qui tutto fa colore
Rifiuti e povertà…
Qui non è mai Natale,
la noia qui non ha pietà!
Sporchi stracci senza sorte…
Morte dove sei?
In periferia…
È li che ho lasciato
un po’ di questa vita mia!
Periferia:
e casa mia



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NEI GIARDINI CHE NESSUNO SA

Senti quella pelle ruvida
Un gran freddo dentro l'anima
Fa fatica anche una lascima a scendere giù
Troppe attese dietro l'angolo
Gioie che non ti appartengono
Questo tempo inconciliabile gioca contro di te

Ecco come si finisce poi
Inchiodati a una finestra noi
Spettatori malinconici di felicità impossibili
Tanti viaggi rimandati e già
Valigie vuote da un'eternità
Quel dolore che non sai cos'è
Solo lui non ti abbandonerà... mai, oh mai

È un rifugio quel malessere
Troppa fretta in quel tuo crescere
Non si fanno più miracoli
Adesso non più

Non dar retta a quelle bambole
Non toccare quelle pillole
Quella suora ha un bel carattere
Ci sa fare con le anime

Ti darei gli occhi miei per vedere ciò che non vedi
L'energia, l'allegria per strapparti ancora sorrisi
Dirti sì, sempre sì e riuscire a farti volare
Dove vuoi, dove sai senza più quel peso sul cuore
Nasconderti le nuove, quell'inverno che ti fa male
Curarti le ferite e poi qualche dente in più per mangiare
E poi vederti ridere e poi vederti correre ancora
Dimentica, c'è chi dimentica distrattamente un fiore una domanica
E poi silenzi
E poi silenzi
Silenzi

Nei giardini che nessuno sa si respira l'inutilità
C'è rispetto grande pulizia, è quasi follia
Non sai com'è bello stringerti
Ritrovarsi qui a difenderti
E vestirti e pettinarti sì e sussurrarti non arrenderti
Nei giardini che nessuno sa quanta vita si trascina qua
Solo acciacchi piccole anemie, siamo niente senza fantasie

Sorreggili, aiutali, ti prego non lasciarli cadere
Esili, fragili non negargli un po' del tuo amore
Stelle che ora tacciono, ma daranno un senso al quel cielo
Gli uomini non brillano se non sono stelle anche loro

Mani che ora tremano perché il vento soffia più forte
Non lasciarli adesso no, che non li sorprenda la morte


Siamo noi gli inabili che pur avendo a volte non diamo
Dimentica, c'è chi dimentica distrattamente un fiore una domanica
E poi silenzi
E poi silenzi
Silenzi





 

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